sabato 27 novembre 2010

Una lettera per un amico

Carissimo H.
È tornato il sole!
Stamane mi pareva di aver risolto il mo problema che mi impediva di capire le tue spiegazioni su quella specie di positivo universale che cancella ogni male personale.
Mi pareva, infatti, che basta distinguere nel male ciò che è danno da ciò che è colpa. Di per sé il male scompare quando si è rimediato al danno e, in questo caso, la colpa non ha più ragione d'esistere, a meno che uno preferisca affermare i suoi diritti personali, al posto di promulgare la pace che è, per l'appunto, quel bene che tu indicavi.
Del resto neppure Giuda ha potuto evitare di distinguere colpa e danno e neppure egli ha potuto evitare che un danno diventasse motivo di redenzione, ossia egli stesso si è trovato nelle condizioni di cercare nel danno una chance.
Ti ringrazio che mi hai soffermato su questo problema e ringrazio il Signore di tutte le soluzioni, anche di quella che abbiamo trovato.
Nell'intramontabile unità
autore del paginario

Massime

Soddisfatto - sfortunato

Chi si lamenta di aver a che fare 
solo con dei sempliciotti e degli sciocchi 
è proprio sfortunato 
specialmente nel caso che giudichi 
e disprezzi gli altri solo per superbia.




Chi è insoddisfatto delle persone che lo circondano
alle volte è sazio solo di se stesso.

Le chiese della domenica 28 nov. 2010



1' Domenica di avvento


Il ‹Sublime› mette paura ma incanta. Noi cerchiamo smpre Dio, anche se abbiamo paura d'incontrarlo.


Come il diluvio si abbatté sulla terra sorprendendo gli uomini preoccupati solamente di seguire i propri affari, così sarà la venuta del Signore, come giudice per scegliere e per abbandonare personalmente ogni uomo. Gesù avvisa e mette in guardia: "Vegliate! Siate pronti!" (Mt. 24, 37-44).
Sembra così strano questo discorso del Signore! Non siamo noi i tralci e lui la vite? Non lo abbamo sentito vicino in tutte le difficoltà? Perché ora ci mette paura?
Ebbene, una persona buona e amabile è sempre una fortuna per chi la conosce, ma è un giudizio e un rimprovero per chi la disconosce.
Anche l'uomo Gesù, prima di morire. si è sentito abbandonato (giudicato) da Dio: è stato per lui e per noi il momento di non abbandonare Dio.