sabato 19 febbraio 2011

C'ERA UNA VOLTA

Dispettucci e dispettini
Nel lontano 1995, che se non è un secolo fa, era un tempo in cui oltre a esser medico facevo anche l'editore di me stesso, tra le favole che scrivevo per i giovani clienti del mio ambulatorio, una* è quanto mai attuale a commento del vangelo di oggi, (vedi qui sotto) così sono andato a ripescarla, per il gusto di leggerla.


Una volta il Diavolo, vedendo quanto fosse facile convincere  qualcuno a fare il male con la prospettiva di cavarne un guadagno, si rammaricava a morte nel vedere che nessuno lo volesse fare per puro spirito di perfezione, senza alcun interesse, ma solo per odio e pura cattiveria.
C'era una volta un Diavolo per bene


Infatti vedeva con dolore gli uomini avviati verso un destino di mediocrità, senza poter godere di quella luce vivida e crudele che dona tanto fascino e splendore alla sua presenza. D'altra parte, a ben considerare le cose, si accorgeva anch'egli che non avrebbe mai potuto conseguire successo, se si ostinava a presentare loro così alte ed inaccessibili vette di virtù. Avrebbe invece dovuto incominciare dal poco, passo dopo passo, ad insegnare la strada di un cammino, sì aspro, ma tanto promettente.
E nel pensare le prime mosse da proporre, cominciò a considerare con più attenzione i piccoli dispetti, i dispettucci senza senso, tanto insignificanti e di così poco conto che non sono mai presi sul serio, facili da fare che sembrano solo un gioco, così innocenti che nessuno può recriminare; eppure proprio loro fatti senza guadagno, senza interesse, ma solo per la gioia di dar fastidio a qualcuno o di rovinare un poco qualche cosa.
E più li contemplava, e più li vedeva necessari, splendidi inizi di una carriera, fatta di puro spirito di dedizione al male ed alla cattiveria.
Vedeva gli annunci strappati, i segnali stradali rimossi, le scritta sulle mura, lo sporco per la strada, la roba rovinata, i piccoli furterelli, i fastidi per gli amici e tutto per un gioco innocente e solo per allegria.
Si immaginava un mondo di gente cupa, perché solo attenta a rovinare la gioia agli altri e di altra gente che si ingegnava a rendere la pariglia, arrabbiata e senza soddisfazione, in un posto noioso e brutto, e non voleva esser disturbato in questa sua contemplazione, felice di esser finalmente sicuro che quelle mete che sarebbero state impossibili a pochi, stavano per diventare patrimonio della intera società.
Insomma, a farla breve, mentre lui contemplava beato un mondo così fatto, noi invece l’abbiamo talvolta a sopportare, armati di pazienza e buona volontà.
*Estratto da ‹C'era una volta un Diavolo per bene›.



VII Domenica dell'anno lit. A
Impegnati a fare il bene
Chi è impegnato ad amare Dio e il prossimo non trova il tempo per odiare i nemici di Dio e del prossimo.
Io [Gesù] vi dico: «Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti». 
Mat. cap. 5,38-48
Le chiese di Norimberga - De
1) Foucauld non è andato in Algeria per colonizzarla, ma per difendere i Tuareg e i poveri dall'assalto dei predoni. 
Teresa di Calcutta non ha costruito campi di concentramento, ma ospedali e opifici.
Si può rimediare al male, quando si è pratici nel benvolere.
È più facile fare il male, quando si è esercitati nell'odiare.


2) Come un problema difficile è un nemico per la ragione, così una persona impossibile è un nemico per l’affettività.
Come non si può rinunciare a risolvere i problemi, così non si può rinunciare ad amare i nemici, perché senza amore non si risolve alcun problema, nemmeno quello delle persone impossibili.
Ma, senza l’intervento di Dio, si può arrivare a tanto?
Dio non ha bisogno di suggerimenti, ma quello che possiamo fare noi diventa un dovere, del resto, nelle difficoltà e nelle persecuzioni o si patisce per amore o per necessità.



Massime


Un mondo senza odio e senza nemici non esiste
se non lo si costruisce con, e per, amor di Dio.


La miglior difesa 
è il perdono.


Le inimicizie che sopportiamo ci aiutano 
a correggerci dalle inimicizie che provochiamo.


Non lasciarsi mai coinvolgere 
dalla spirale dell'odio.


Non cercare e non farsi dei nemici
per credersi in diritto di odiare.


Odii il tuo nemico?
Ti capisco, ma non combinerai niente!
Ami il tuo nemico?
Non ti capisce il mondo, ma ti ricompensa Dio!


Il dolore nel sentirsi odiati
ci insegna a non odiare.


L'odio è la peggiore delle malattie infettive:
supera l'isolamento per diffondersi a macchia d'olio.


È più facile difendersi dall'odio degli altri
che non dal nostro odio per gli altri.


Si porta la croce per amare 
si porta la spada per odiare.


Mai più la guerra!
Eccetto le liti che facciamo noi?


Con l'odio non si fa mai la pace 
con le liti si fa sempre guerra.


Si celano gli imbrogli 
non si può nascondere l'odio.


Una volta imparato ad amare chi ci odia
diventa facile fare i miracoli, 
per aver già cominciato col più grosso.