martedì 27 settembre 2011

Vincenzo De Paoli



Oggi sono andato in chiesa perché sono un medico e volevo celebrare la festa di San Vincenzo che ha lavorato nel campo della sanità con una abnegazione e, si ouò dire, con un eroismo che non sono conosciuti a sufficienza. Il parroco del paese aveva preparato una messa come per una festa solenne. Finita la funzione sono andato in sagrestia a ringraziarlo perché la festa mi sembrava quasi un riconoscimento nei riguardi  di coloro che lavorano per gli ammalati e che ovviamente non sono solamente i medici. Vincenzo è stato una sorta di antesignano della medicina moderna e della medicina scientifica. Prima di lui i medici erano facilmente ciarlatani perché il loro lavoro era rivolto ai singoli casi particolari, non aveva basi statistiche e non aveva un addestrato contributo da parte del personale ausiliario. Senza l'aiuto degli infermieri il lavoro del medico è semplicemente inadeguato e senza un controllo statistico dei suoi risultati si dovrà accontentare di essere utile più per illusione che non per convinzion. Vincenzo ha portato una riforma di base e non solo effettiva quasi senza saperlo, animato da un ‹ideale› che solamente gli ‹idealisti› possono generare e nutrire. Gli idealisti a questo mondo sono persone molto pratiche che non cercano le convenienze, ma i Primi Prncipi e gli Scopi Ideali di chi si aspetta d'essere approvato dal Sommo Bene e non da un grazie che presto si può dimenticare.