domenica 27 febbraio 2011

C'ERA UNA VOLTA

Tre topi che guardavano il mondo (favola)
C'erano una volta tre topi. 
Il primo non usciva mai dal suo buco se non di notte per paura della luce e, forse sol per questo, diceva che il mondo è brutto e pieno di pericoli.
Il secondo usciva appena appena fatta sera, alla luce del crepuscolo, quando aveva fame, per cercare qualcosa da mangiare e così affrontava il mondo con fatica e spinto solo dalla necessità.
Il terzo topo invece usciva al sorgere del mattino, appena compariva il sole e ritornava a casa sua solo a sera per raccontare a tutti che il mondo è bello e val la pena viverlo ogni giorno.
Così, anche tra noi, ci sono alcuni che si lamentano facilmente, altri che vivono d'arrabbiati, e ancora alcuni pieni d'ottimismo. Dipende dalla luce che usano per guardare il mondo della realtà.

sabato 19 febbraio 2011

C'ERA UNA VOLTA

Dispettucci e dispettini
Nel lontano 1995, che se non è un secolo fa, era un tempo in cui oltre a esser medico facevo anche l'editore di me stesso, tra le favole che scrivevo per i giovani clienti del mio ambulatorio, una* è quanto mai attuale a commento del vangelo di oggi, (vedi qui sotto) così sono andato a ripescarla, per il gusto di leggerla.


Una volta il Diavolo, vedendo quanto fosse facile convincere  qualcuno a fare il male con la prospettiva di cavarne un guadagno, si rammaricava a morte nel vedere che nessuno lo volesse fare per puro spirito di perfezione, senza alcun interesse, ma solo per odio e pura cattiveria.
C'era una volta un Diavolo per bene


Infatti vedeva con dolore gli uomini avviati verso un destino di mediocrità, senza poter godere di quella luce vivida e crudele che dona tanto fascino e splendore alla sua presenza. D'altra parte, a ben considerare le cose, si accorgeva anch'egli che non avrebbe mai potuto conseguire successo, se si ostinava a presentare loro così alte ed inaccessibili vette di virtù. Avrebbe invece dovuto incominciare dal poco, passo dopo passo, ad insegnare la strada di un cammino, sì aspro, ma tanto promettente.
E nel pensare le prime mosse da proporre, cominciò a considerare con più attenzione i piccoli dispetti, i dispettucci senza senso, tanto insignificanti e di così poco conto che non sono mai presi sul serio, facili da fare che sembrano solo un gioco, così innocenti che nessuno può recriminare; eppure proprio loro fatti senza guadagno, senza interesse, ma solo per la gioia di dar fastidio a qualcuno o di rovinare un poco qualche cosa.
E più li contemplava, e più li vedeva necessari, splendidi inizi di una carriera, fatta di puro spirito di dedizione al male ed alla cattiveria.
Vedeva gli annunci strappati, i segnali stradali rimossi, le scritta sulle mura, lo sporco per la strada, la roba rovinata, i piccoli furterelli, i fastidi per gli amici e tutto per un gioco innocente e solo per allegria.
Si immaginava un mondo di gente cupa, perché solo attenta a rovinare la gioia agli altri e di altra gente che si ingegnava a rendere la pariglia, arrabbiata e senza soddisfazione, in un posto noioso e brutto, e non voleva esser disturbato in questa sua contemplazione, felice di esser finalmente sicuro che quelle mete che sarebbero state impossibili a pochi, stavano per diventare patrimonio della intera società.
Insomma, a farla breve, mentre lui contemplava beato un mondo così fatto, noi invece l’abbiamo talvolta a sopportare, armati di pazienza e buona volontà.
*Estratto da ‹C'era una volta un Diavolo per bene›.



VII Domenica dell'anno lit. A
Impegnati a fare il bene
Chi è impegnato ad amare Dio e il prossimo non trova il tempo per odiare i nemici di Dio e del prossimo.
Io [Gesù] vi dico: «Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti». 
Mat. cap. 5,38-48
Le chiese di Norimberga - De
1) Foucauld non è andato in Algeria per colonizzarla, ma per difendere i Tuareg e i poveri dall'assalto dei predoni. 
Teresa di Calcutta non ha costruito campi di concentramento, ma ospedali e opifici.
Si può rimediare al male, quando si è pratici nel benvolere.
È più facile fare il male, quando si è esercitati nell'odiare.


2) Come un problema difficile è un nemico per la ragione, così una persona impossibile è un nemico per l’affettività.
Come non si può rinunciare a risolvere i problemi, così non si può rinunciare ad amare i nemici, perché senza amore non si risolve alcun problema, nemmeno quello delle persone impossibili.
Ma, senza l’intervento di Dio, si può arrivare a tanto?
Dio non ha bisogno di suggerimenti, ma quello che possiamo fare noi diventa un dovere, del resto, nelle difficoltà e nelle persecuzioni o si patisce per amore o per necessità.



Massime


Un mondo senza odio e senza nemici non esiste
se non lo si costruisce con, e per, amor di Dio.


La miglior difesa 
è il perdono.


Le inimicizie che sopportiamo ci aiutano 
a correggerci dalle inimicizie che provochiamo.


Non lasciarsi mai coinvolgere 
dalla spirale dell'odio.


Non cercare e non farsi dei nemici
per credersi in diritto di odiare.


Odii il tuo nemico?
Ti capisco, ma non combinerai niente!
Ami il tuo nemico?
Non ti capisce il mondo, ma ti ricompensa Dio!


Il dolore nel sentirsi odiati
ci insegna a non odiare.


L'odio è la peggiore delle malattie infettive:
supera l'isolamento per diffondersi a macchia d'olio.


È più facile difendersi dall'odio degli altri
che non dal nostro odio per gli altri.


Si porta la croce per amare 
si porta la spada per odiare.


Mai più la guerra!
Eccetto le liti che facciamo noi?


Con l'odio non si fa mai la pace 
con le liti si fa sempre guerra.


Si celano gli imbrogli 
non si può nascondere l'odio.


Una volta imparato ad amare chi ci odia
diventa facile fare i miracoli, 
per aver già cominciato col più grosso.






sabato 12 febbraio 2011

LE CHIESE DELLA DOMENICA 13 02 11

VI Domenica dell'anno lit. A
Dio ci chiede una onestà a tutta prova, senza discussioni,  senza compromessi e senza paura.
St. Moritz - Ingolstad De
Gesù non vede un mondo di gente che ‹vive il male›, ma di gente che fa il bene prima di morire e che, dopo la morte fisica, ‹vive il Sommo Bene›; infatti: "Se con una mano lavori per cercare egoisticamente solo quello che ti conviene e con l'altra danneggi il tuo prossimo, allora costruisci un mondo falso, dove non ci si può mai intendere, perché si vive in una continua guerra, per morire in un eterno inferno". 
Vedi il Vangelo di Matteo, cap. 5, 17-37.
Gott verlangt uns eine Bewährte Ehrlichkeit, ohne Diskussionen ohne Kompromisse und ohne Angst.

venerdì 11 febbraio 2011

MASSIME







IL MEGLIO
Non si corre quando si può, ma quando è meglio.
Non si rallenta quando si deve, ma quando è meglio.
Perché il ‹meglio› contiene in sé il ‹può› e il ‹deve›.




venerdì 4 febbraio 2011

La religione oggi



Teismo - ateismo
Contrapporre ateismo e teismo crea un falso problema con una serie di discussioni del tutto inutili.
Tutti credono a qualche Dio o, in sostituzione, a qualche idolo. C'è persino chi crede in un ferro di cavallo; chi poi dice di non aver alcuna fede, crede invece a se stesso come se fosse il più infallibile e il più dogmatico degli dei.
Il vero problema è sapere se si ha il coraggio di confessarsi idolatri, oppure fedeli dell'unico Dio, che magari si è solamente conosciuto in parte e malamente. 


Il mondo delle religioni
Oltre alle due religioni dell'idolatria e del Buddismo che di per sè religioni non sono, nella storia dell'umanità ne sono comparse altre due importanti: quella del Dio di Maometto e quell'altra del Dio degli Ebrei. Non si sa a quale delle due obbedire, anche perché tra loro c'è poca differenza, ma possiamo chiederlo, come la Samaritana al pozzo di Giacobbe*, a uno che di religioni se ne intendeva, a considerare almeno tutto quanto ci ha lasciato in eredità e, Gesù in risposta taglia corto: "È venuta l'ora di adorare Dio in Spirito e Verità".
La Samaritana ascolta la risposta, la capisce, e annunzia a tutti i suoi compaesani: "Ho trovato uno che mi ha detto tutto quello che mi riguardava! Che sia il Profeta delle genti?". Gli amici della Samaritana vanno da Gesù, lo ascoltano a loro volta e gli dicono: "Noi ti crediamo, perché abbiamo ascoltato te e non solo la Samaritana".
Cosa significa tutto questo?
Che ogni uomo, se è personalmente responsabile, prima di dire o di fare qualsiasi cosa, potrebbe e anche dovrebbe chiedersi: "A chi sto obbedendo? A un idolo, o invece a qualche altro dio, oppure al Dio dello Spirito e della Verità?", per tirarne poi le conseguenze.
*L'episodio è riportato nel Vangelo di Giovanni nel 4° ca., 1-30.

giovedì 3 febbraio 2011

LE CHIESE DELLA DOMENICA 06 02 11



V Domenica dell'anno lit. A 
Tutti gli uomini sono chiamati a diffondere il bene di Dio sulla terra e a portarlo in cielo. I cristiani che vivono il Vangelo non sono dei privilegiati, ma dei realizzati. 
Chiesa del patriarcato di Costantinopoli - Istanbul




Quando Gesù diceva ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra .[...] Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,13-16), additava ad ogni Cristiano di ieri e di oggi un Ideale e una meta da raggiungere e lo designava a rappresentare con la sua vita la sapienza dello Spirito e la verità del Vangelo.

Il sale conserva. È l'immagine della conoscenza deduttiva
La luce illumina. È l'immagine della conoscenza induttiva
Das Salz bewahrt (erhält).  
Das Salz ist das Bild der deduktiven Kenntnis (Rückblick).   .  
Das Licht beleuchtet.  
Das Licht ist das Bild der induktiven Kenntnis (Vor-Blick).
VEDI ANCHE. Conoscenza intuitiva: paginariofilosofia.blogspot.com